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Potrebbe essere una filosofia di vita

Non vuol dire essere fuori dalla realtà. Vuol dire, al contrario, guardare alla realtà cercando di coglierla attraverso l'associazione a ruota libera. E' un modo di collegare le cose, al di là degli schemi preconcetti. Cogliere il lato ridicolo di ciò che normalmente concepiamo secondo i collegamenti universalmente accettati.
Dalì, Magritte. Cosa vorrà dire l'uomo con la bombetta che ha una mela al posto della faccia? Magari non vorrà dire assolutamente nulla, ma non ci siamo abituati perchè i nostri schemi ci constringono a cercare un significato in ogni cosa. Allora l'uomo con la bombetta diventerà il simbolo, che ne so, della crisi esistenziale dell'uomo, che non è più in grado di riconoscersi in niente, etc etc... Le solite stupidaggini che leggiamo e impariamo a pappagallo.
Il surrealismo è una lotta a quell'insegnamento alla contrizione che ci viene inculcato: il tragico è bello, l'opera d'arte è sofferente necessità di esprimersi,..bla bla bla.
Oltre la siepe di Leopardi possiamo vedere un uomo che piange senza speranza oppure una mela verde gigante chiusa in una stanzetta, un pesce che ingoia una tigre, due innamorati i cui volti che si baciano sono coperti da un drappo bianco.
Bisogna solo saper scegliere.  
 
Diffidiamo da chi ci dice che la sofferenza è oggettiva. Non ascoltiamo chi ci indottrina circa una letteratura di sfigati che non potendo risolvere i loro problemi, scrivevano.
Fidiamoci di chi dice cose nuove. Aldo Palazzeschi parlava di "Controdolore" proprio in questo senso. Andate a leggerlo e rileggete, subito dopo, altri eroi della letteratura "del dolore".
 
Io credo fermamente in tutto ciò che va verso i collegamenti più irrazionali. Un suono non E' un suono, a meno che tu non voglia leggerlo così. Quel suono puù essere tutt'altro, basta solo OSARE: provare a considerarlo fuori dal normale schema.
Non sto facendo una discussione corpobassina, nè da finta "anticonformista". Dico solo che i surrealisti li trascuriamo un pò troppo e che è bello vedere la realtà in modi nuovi, non per forza "comprensibili".       

bombetta.jpg

Ho scritto alcuni raccontini. Non ho manie narcisistiche, quindi non vi ucciderò con la mia "opera omnia". Ma volevo solo, umilmente, dire che le tematiche trattate saranno banali, ma si spiegano proprio in funzione di colelgamenti "non pre-schematizzati".
Più o meno citando Bill Murray in "Tootsie":
- Io non voglio qualcuno che, alla fine del mio spettacolo, venga da me e dica: "Ho visto il tuo spettacolo. Ne ho colto tutti i significati. Ho pianto!". Io voglio qualcuno che, dopo venti giorni, venga da me e dica: "Ho visto il tuo spettacolo: che cazzo significa?". 
 
 

L’aveva sempre desiderato.

Era sempre stato il suo sogno: cavalcare per tutto il cortile, ammirata da tutti, guardata con invidioso desiderio.

Ed ora, lo aveva comprato.

Era un cavallino di plastica rossa, sorridente. Aveva le orecchie più a ciuchino che a cavallino, ora che lo guardava meglio. Aveva delle fantastiche ruote blu sotto le zampe. E, quando gli saltavi in groppa, quelle ruote potevano portarti ovunque, sotto la spinta dei tuoi saltelli.

In quell’asilo, di questi cavallini ce n’erano pochi. E se li accaparravano sempre i soliti furbi.

A lei non era mai capitato. Ma quante volte quel cavallino l’aveva salutata nei suoi sogni. Quante volte avevano fatto lunghe corse, sfrenate passeggiate, ….nei suoi sogni. Quanto odio provava! Sempre Laura! Sempre Marco! Sempre gli altri! Quando toccherà a me?

Oggi.

Oggi tocca a me.

Oggi e d’ora in poi.

Oggi ne ha comprato uno tutto per sé. Forse non ha più l’età per saltargli in groppa, ma non ha saputo resistere e quando ha visto che il venditore ambulante vendeva per pochi soldi quel cavallino rosso, con quel sorriso innamorato e quelle ruote blu,…ha allungato la mano nelle tasche e ha tirato fuori un paio di banconote.

Stavolta se l’accaparrava lei!

E niente ma, niente se. Niente Laura, Marco o Giovanna. Stavolta il cavallino l’avrebbe davvero portata in giro.

Arrivò a casa e lo piazzò lì, in salotto. In bella vista. Esposto come un trofeo, come un oggetto di immenso valore. Esposto come un mandriano mostra il suo vitello più piccolo. Mostrato come l’anello di fidanzamento d’oro e diamanti.

Quello era il suo posto.
Che meraviglia.

“Adesso sì, giustizia è fatta!”. Disse così.

Sospirò soddisfatta e si sedette in poltrona a contemplarlo.